"AUTONOMIA E IDENTITÀ AL DI LÀ DEI NUMERI"

lunedì 25 settembre 23

Gentile direttore, come mia consuetudine, oramai da tempo, anche ieri ho letto con attenzione il suo editoriale, come sempre impeccabile e puntuale nell’analisi.
Mi consenta, però, una riflessione sulle considerazioni finali. Il calo demografico è un problema serio che colpisce il nostro Molise rendendo ancora più difficile la programmazione e la gestione del nostro futuro. I numeri in tal senso sono impietosi. Fin qui, nulla quaestio. L’analisi, però, così come è impostata, non è completa poiché non tiene conto di altri parametri che, insieme ai numeri, concorrono alla definizione di comunità, di territorio e, quindi, di regione. Sono, ad esempio, il diritto all’accesso ai servizi essenziali, alla preservazione delle identità valoriali, alla autodeterminazione di scelte economiche ed ambientali. Il diritto ad una progettazione del proprio futuro secondo un modello bottom up e non top down.
Il rinunciare alla Regione significa abdicare alle scelte del nostro futuro. Troppo spesso, nel passato, ad esempio nel campo economico e produttivo, abbiamo impegnato ogni risorsa nel tentativo di costruire economie di scala, favorendo ogni tipo di fusione, accorpamento, delocalizzazione, sacrificando ogni altro ambito sull’altare del profitto, dei numeri, del capitalismo radicale.
I cambiamenti globali degli ultimi anni, certamente accelerati da gravissimi ed imprevedibili fenomeni come il Covid, hanno sostanzialmente cambiato il paradigma. È finito il regno dei numeri, delle sole dimensioni. Finalmente il ragionamento si è allargato anche a concetti come democrazia economica, solidarietà, economia sociale, sostenibilità. Ed è proprio con questi elementi che si deve completare il suo ragionamento.
In primis noi molisani abbiamo il diritto ed il dovere di preservare la nostra autonomia e la nostra identità al di là dei numeri, con i quali, ovviamente dobbiamo fare i conti. Siamo consapevoli che tra gli obiettivi, il contrasto al calo demografico è tema centrale ma è pur vero, tuttavia, che profittando anche degli ingenti fondi resi disponibili dal Pnrr e non solo, possiamo davvero avviare un percorso virtuoso, moderno, fatto di infrastrutture e servizi “sartoriali” per le nostre dimensioni e conformazioni territoriali. Possiamo davvero costruire un modello innovativo di economia civile, sociale e competitiva che sappia trasformare i vincoli delle piccole dimensioni, delle difficili conformazioni geotopografiche del Molise, in straordinarie opportunità di resilienza economica, sociale, culturale ed ambientale. Proprio la cooperazione, in tal senso, può offrire un contributo vitale.
Gentile direttore, non tutti sanno che le cooperative, quelle vere, occupano gli spazi, fisici e settoriali, che le grandi imprese capitaliste non sono interessate ad occupare. Mi riferisco ad esempio all’assistenza agli anziani, ai diversamente abili, alle produzioni agricole di qualità nelle zone marginali, ai servizi di prossimità.
Possibile che in questa Regione non siamo in grado di alleggerire il carico degli ospedali con una medicina e con una assistenza territoriale, che sappia utilizzare le tantissime ed eccellenti professionalità disponibili nelle cooperative sociali e sanitarie?
Gentile e stimato direttore, la salvaguardia dell’autonomia della Regione Molise non è scontata, ne siamo ben consapevoli. Noi però siamo convinti che è obiettivo possibile. Il Molise ha le risorse umane per raggiungerlo. Le risorse finanziarie arriveranno. Se la politica riuscirà a guidare e coordinare tutto il sistema direzionandolo verso obiettivi comuni, allora per il nostro futuro, per il futuro delle generazioni che verranno si apriranno scenari diversi e, soprattutto, potremo tutelare la nostra identità che significa salvaguardare il nostro territorio ed i nostri valori. Noi, come Confcooperative Molise ci crediamo per davvero.
Una persona ben più importate è conosciuta di me, ha detto: «Meglio essere ottimisti ed avere torto piuttosto che pessimisti ed avere ragione». Ecco, noi la pensiamo così!

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